Martedì 25 febbraio
direttore Jonathan Webb
Mark Milhofer tenore
Ben Goldscheider corno
Dvořák: Notturno op. 40
Britten: Serenade op. 31 per tenore, corno e orchestra d’archi
Šostakovič/Barshai: Sinfonia da camera op. 110a
Il tema conduttore del programma affidato a Jonathan Webb, da dieci anni direttore musicale della Camerata, può essere individuato nell’Amicizia. A dispetto delle lacerazioni prodotte dalla Storia, Britten e Šostakovič, due dei massimi protagonisti del Novecento musicale, strinsero un sodalizio umano e artistico fondato sulla profonda ammirazione reciproca e su affetto autentico. Erano gli anni della «cortina di ferro», nei quali ostacoli d’ogni sorta congiuravano a interdire una simile relazione, che i due grandi artisti tennero accesa con tenacia e con un’identica fede nella propria missione. Accostarli con due partiture di bellezza suprema quali la Serenade op. 31 e la Sinfonia da camera op. 110a ci è sembrato il modo migliore per celebrare i cinquant’anni dalla scomparsa di Dmitri Šostakovič, avvenuta a Mosca il 9 agosto del 1975. La Serenade ha un valore simbolico anche come testimone dell’amicizia che lega Mark Milhofer alla Camerata. Egli torna infatti a cantarla a Prato a distanza di ventitré anni dal concerto in cui la interpretò sotto la guida di un altro indimenticabile amico della nostra Orchestra, Bruno Bartoletti, affratellato a Mark, Jonathan (e Alberto) dalla professione di fede nella musica e nell’umanesimo di Britten.
Un umanesimo più tragico, ma non meno alto, si effonde dalle note della Sinfonia da camera di Šostakovič, trascrizione per orchestra d’archi dell’Ottavo Quartetto, dedicato «alle vittime della guerra e del fascismo» e intriso di riferimenti autobiografici. Un’allusione, neppure troppo criptica, alla propria condizione di artista umiliato e soffocato dalla ferocia del regime stalinista.